ma persone di sperimentata probità doverebbero esser quelli che il principe dichiara abili a cert'impieghi. Egli si spoglia della cognizione di ciò per lasciarla a' suoi ministri, ma questi essendo più, e trovando le cose in un certo piede non possono innovare alcuna cosa senza fare strepido, e debbono seguire il costume che riconoscono osservato, ancor quando interamente non lo approvino.
ø Sabato a dì 14 detto.
Fino di due anni sono girarono per la città due lettere del senatore Rucellai scritte all'abbadessa di Chiarito, e ad una giovane del Feo a motivo che in detto monastero vi erano dei grossi disturbi per l'accettazione di questa ragazza di buona estrazione, ma di famiglia caduta nell'avvilimento. Molte furono le cose che accaddero, m'alla fine la ragazza fu vestita, e tali lettere di Rucellai, che la proteggeva, ebbero grande applauso, credo io più in riguardo della persona da cui partivano, e dal suo carattere, che per quello che contenevano, mentre non mi parve che avessero nulla di particolare. Non ostante, avendole dovute far copiare, ora le ripongo nelle Filze giornaliere t. I num. XXIV.