aliud, pejus appetit". Il secondo poi nella dedica delle Rime del suo grand'avolo al cardinal Barberini così si esprime: "La sazietà di ciò che lungamente si è adoperato fa mutare il giudizio, e spesso lo inganna, e fa appetere, ed appresso tentare cose nuove. Il desiderio della gloria stimola sempre gl'intelletti più vivi a farsi inventori, e specialmente i giovani, che confidando molto nelle forze loro, e nelle loro immaginazioni, le cose antiche ricusano". Tutto questo serve ancora a comentare, e spiegare il mio pensiere, il quale non è per altro così peregrino, che dovessi tenermene molto.
Noterò che la perdita derivante dal ribasso delle monete romane a forma dell'editto del dicembre prossimo passato e di questo mese, da persona che credo informata mi si dice essere, o almeno concepirsi, di circa scudi ottantamila. Si discorre molto di moneta si piange, e si conclude dai più savi che questa materia è delicata, e che va trattata con regole semplici, e senza tanto apparato di sottigliezze quante ne adducono certi autori, e certi politici. Se la moneta che avevamo di argento era consumata poteva rifondersi