L'intreccio è semplice, e naturale, il dialogo delicato, e bello; ciò che si dice dagl'interlocutori adattato al carattere di quello che parla; in fine tutta la tessitura buona a tal segno da meritare che questo pezzo sia stimato uno dei migliori di questo eccellentissimo comico. L'abate Enrico Girolami tradusse questa commedia in verso toscano, e la stampò in Firenze nel 1749.
E sul teatro, e a tavolino piacerà più di quella del senator Rucellai (Ved. a p. 11 e seg.), quantunque in qualche luogo quest'ultima le sia superiore, non già nella condotta della favola, e ne' caratteri, ma ne' sentimenti.Essendo a vedere i caratteri di alcuni villeggianti io considero che copiando quello solamente che segue in questi luoghi si potrebbe fare una commedia intitolata La villeggiatura da piacere assai su la scena, e carica di cose buonissime. Fra gli altri