Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume I (1759)

I » Diario » 1759 » Al 28 novembre » p. 168

senz'allontanarsi dalla direzione primiera, o bisogni finalmente far osservare con precisione i limiti di due oggetti che sembravan confondersi, facendone spiccare con una sola parola la diversità. Il gusto infine di un uomo d'ingegno consiste nella delicatezza dei giri, nella scelta delle allusioni, e nella finezza degli ornamenti, e ove non si trova novità né d'idea, né di espressione, né di giro, può arditamente dirsi che non vi sia gusto. Ma io avverto che una troppa ricercatezza di frasi, un troppo desio di novità, ed una troppa caricatura di ornamenti fa quel faticante raffinamento che conduce all'ignoranza. Paragoninsi le opere di Cicerone e di Orazio con quelle di Seneca, di Plinio e di Marziale e quelle di Bossuet, e di Despreaux, con quelle di Fontenelle, di Voltaire e di altri viventi, e s'impari cosa è il gusto, e cosa è il raffinamento. Molte altre cose potrei dire che non sono per qui, ma per qualche articolo de' miei Saggi quando averò ozio da porvi le mani.

Verso le 10 della sera è cominciata una dirotta pioggia, che è durata molte ore.

Siccome il medico mi ha ordinato che per liberarmi da' flati che mi tormentavano procuri di non applicar punto doppo pranzo per più ore, così oggi per non esser voluto andar fuori mi sono posto a dormire, giacché nel sonno del giorno ci trovo maggior piacere, che in quello della notte, ed il mio spirito più si ricrea, se non è troppo lungo, ed interrotto.