che non mi dispiace che gli altri abbiano del bene purché ne usino in vantaggio comune, e che non ambisco alle grandi fortune, perché le mie spalle non sono capaci di gran carico, e non stimo se devo lasciarle.
Se i melancolici sono laboriosi non sarà gran fatto che io abbia scritto molto, giacché questa è la maggior fatica che abbia durata. Per il restante sono uomo de' miei comodi, come si suol dire, e non so neppure se le mie forze avessero potuto sostenere una fatica di corpo pesante, e continovata.
Per altro ne' miei impieghi non scanso l'attenzione che vi bisogna, e se non sono capace di un lungo, e penoso lavoro, ciò deriva che io desidero con troppo ardore, e mi annoio presto. Ci vogliono dei continovi sforzi perché io seguiti a fare quello che ho intrapreso. L'obbligo del mio stato soltanto è capace di rendermi costante in fare quello che debbo a riprese.
In fine dice l'Eineccio che i melancolici sono dotati di una tenacissima memoria. Io non posso certamente vantarmi di tanto, ma neppure sono così smemoriato, come dice di esserlo stato Montaigne. I nomi, e le circostanze minute sono quelle cose che io dimentico