veneto si accinse a pubblicare una nuova, e magnifica edizione della sua Commedia, e che non potette ottenere né dal conte Gianmaria Mazzucchelli, né dal dottor Giovanni Lami che fosse fatta una nuova vita del detto poeta da collocarsi in fronte della sua ristampa; sicché, venuto all'orecchie di quest'ultimo che io pensavo ad un lavoro simile, procurò egli di farmi persuadere per mezzo di amici a dare con sollecitudine alla medesima l'ultima mano, ed a consegnarla allo Zatta, che l'averebbe con detta Commedia fatta stampare con tutto il piacere. Veramente io non mi mostrai punto restio ad abbracciare una tanto favorevole occasione per mandare al pubblico, anche con mio profitto, la Vita di Dante che già avevo cominciata a distendere, onde doppo esser convenuto con il detto Zatta dell'onorario negli ultimi 8 mesi del sopra detto anno 1757, mi riescì di dargli l'ultima mano, e nel gennaio 1758 d'inviarla allo stampatore. Ma siccome questa dilazione di tempo aveva fatto sì che per non pregiudicare lo Zatta al suo interesse avesse già