e specialmente il sapore, che varia moltissimo. Questo studio vuol essere rigoroso, ed esatto, e non conclude alla sfuggita. Senza di esso non si potrà mai parlare sul vino con fondamento, né fare dei tentativi, ragionati. Il mio parere sarebbe che un uomo diligente sul fatto disegnasse con i colori tutte le uve che potesse trovare con i pampani, ed i tralci, e che in piè del disegno ponesse una descrizione con i nomi che gli vengono suggeriti, appresso a poco come ha fatto degli agrumi il padre Ferrari gesuita nel suo Orto dell'Esperidi. Questa impresa sarebbe più utile, che quella degli uccelli che attualmente si pubblicano in tante stampe colorite con le loro descrizioni in Firenze. Ma le opere veramente usuali non sono mai le prime a farsi. I bottanici ci hanno descritte per semplice curiosità migliaia di piante, e sopra le uve se la sono passata molto alla breve. Si conoscono meglio le specie degli anemoli, degli orecchi d'orso, delle