Sopra la ventiduesima: "Dafne cangiata in lauro per conservare la sua verginità. Noi averemmo assai poche piante nei nostri giardini, se tutte dovessero la loro origine a quella sorte di resistenza, che causò questa metamorfosi". La trentacinquesima, che rappresenta Priapo sopra un carro trionfale tirato da un toro con un amorino che lo corona, con un baldacchino che lo copre, con altre figure di seguito, e con due altri amorini, che aprono in faccia una natura, ove pare che quel dio deva fare la sua solenne entrata:
"I Romani, non concependo alcuna cosa di più sublime che il trionfo, niuno sembrava loro più degno di ottenerlo, che quel dio il quale con continova attività travaglia di giorno, e di notte a fare delle conquiste, ed a conservare quelle che ha fatte sopra tutta la terra. Si vede qui ch'essi gli accordarono quest'onore, con tutto questo il nome di Priapo manca alla lista dei trionfatori conservata nei Fasti del Campidoglio". Questo pensiere affatto simile,