nella quale un nudo stante tiene in collo una femmina, e per la parte di sotto senza sforzo s'insinua ov'ella poteva sperare: "Mostra della ginnastica degli antichi: le fanciulle di Sparta si esercitavano come gli uomini. Se il pietoso Enea si fosse servito di un tale espediente per condur seco la sua moglie, e salvarla dalle fiamme che distruggevano Troia, non averebbe rischiato di perderla". Nel volume secondo sopra la settima che rappresenta Venere, e Marte presi nella rete di Vulcano:
"Come questa invenzione di reti nelle quali Vulcano rinvoltò Marte, e Venere era contraria alla sicurezza pubblica, fu quindi condannata da tutti, e per fortuna non prese piede; altrimenti si sarebbero vedute più donne ristrette nei lacci dei gelosi, che pesci presi in quelli dei pescatori". Sopra la tredicesima: "Il Pudore si scosta rivoltando fuori la faccia alla vista del dio Priapo nascosto in un paniere di frutte, che la Voluttà gli presenta. In quei tempi come oggigiorno il Pudore aveva le ali; era giovane senza esperienza, e se ne fuggiva prontamente".