ø A dì 10 detto mercoledì.
È piovuto nella mattina, ed è molto rinfrescato.
Come revisore del principe ho letta la mentovata orazione dell'abate Niccolini in lode di Francesco I e non mi è parsa una cosa tanto rara quanto alcuni credono. Vi sono dei pensieri, ma niente nuovi, lo stile è duro in molti luoghi, e le parole cruscanti antiquate vi sono sparse a larga mano. Sicché? Non abbiamo in questa un'orazione migliore delle altre che sono comparse. Per quanto nulla abbia ritrovato in essa di contrario al buon costume, ed al regio diritto, punti ai quali deve solo mirare un revisore, non ostante in due luoghi salvo mi è parso che il sovrano poco nobilmente sia lodato, ed averei voluto che l'autore in altro modo di quello che ha fatto si fosse espresso, o avesse pensato. Nel render conto al cavalier Siminetti della mia commissione non parlerò di ciò, ma in voce gli scoprirò il mio scrupolo, per non esser di nulla debitore, perché ne faccia quell'uso che stimerà conveniente. Fra poco poi sentirò se il pubblico penserà come me, e se