ci condanniamo per ciechi, ed insensati. Non con altro più giusto titolo l'uomo può parlare dell'uomo, e per quanto grande apparisca alcune volte nella parte di conquistatore, d'inventore, di potente, di ricco, di scienziato, di benefattore del genere umano, non ostante a considerarlo spogliato di queste straniere qualità dobbiamo riguardarlo sempre come un caos di miserie, le quali restano coperte da quei titoli agli occhi dei più stupidi. Adunque o faticare per l'altro mondo, o essere in questo martiri di noi medesimi insensatamente perché convinti dei nostri errori. Ma come faticare per l'altro mondo? Con la virtù, e col servire spassionatamente ai fini della Provvidenza per vantaggio dei nostri simili, senza curare altro che l'aver fatto il proprio dovere. Belle massime! Felici se non avessimo nel nostro cuore il fermento della nostra corruzione, o se potessimo mai cessare di esser ribelli a noi medesimi e potessimo mai ottenere di voler quel che si deve, e di potere potentemente quel che si vuole.