Alfieri dice del mio Montaigne nel lib. II cap. 9 che oltre lo "stemma gentilizio (che in quei tempi serviva ancora d'usbergo) dalle due tirannidi, e principesca, e pretesca si sottrasse anche dietro alla scorza del pirronismo, e di un certo molle faceto, che tutt'i suoi scritti avviluppa senza punto contaminarli." Ecco un giudizio libero di questo filosofo, che quasi punto del potere s'impacciò.
Pur oggi tempo molto bello, per quanto comporta la stagione, e senza diaccio.
ø. A dì 7 detto mercoledì.
Se mi fosse frastornato il soggiornar qui qualche altro poco ne sarei dolentissimo. Vedremo a cosa ci porteranno le circostanze.
Il resultato del secondo libro di Alfieri è che i veri letterati non possono, né debbono lasciarsi proteggere dai principi, perché a tal protezione senza un gravissimo scapito e delle lettere, e della propria eccellenza, e fama, e del suo detto si giustifica fino con un buon esame dell'Eneide