canto LVI (t. 2 p. 152) "Pur troppo archi, e colossi furon segni / d'eroiche usurpazioni, e i distruttori / purpurei fur dell'epopeja degni. / La tragedia versò plausi sonori / sul sanguinario suo protagonista. / L'ode esaltò i carnefici maggiori. / Su la strage, e 'l furor di rea conquista / sorse la giuntatrice apoteosi / tra i flamini, e 'l poeta, e il citarista / vestite a brun le mogli, e dolorosi / i pupilli digiuni, umido l'occhio / volgean, chiamando in van e padri, e sposi;