Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume XXII (1794)

Volume Ventiduesimo » p. 5072v

ne formi il pubblico. Per me trovo il soggetto troppo fantastico, e per esser tale troppo lungo, ricco di concetti scritturali, simile all'Apocalisse, ma povero di storie, e cose sensibili, nel verso facile, purgato, espressivo, e copioso di similitudini nuove egregiamente dipinte, nelle moralità pio, e vero, [...] nobile, nelle frasi ed imitatore dei santi profeti, nelle descrizioni sempre tetro, ed originale.

In somma questo poema deve scuotere chi pensa, e sente, e deve non esser gradito dai mondani, che di leggiadrie vanno in cerca, e di poetiche inezie. Non scomparisce a canto alla Divina Commedia, e lo stato dei dannati vi è descritto senza copiarla con gran fantasia. Io non so scegliere degli squarci per serbarne un saggio. Pur copiamo il ritratto di un avvocato dannato preso dal canto 53 t. II p. 133.