sterile di cose non d'idee. Il poeta guidato dall'angelo gira per la contemplazione delle cose invisibili, e comincia "Aprimi, o Dio le labbra, e dirò in rima / quel ch'al raggio di grazia a me svelasti, / onde inalzarmi sopra l'uom di prima; / che nell'estasi altissima i contrasti / del secol, che compia l'arduo viaggio, / quindi lo stato eterno mi mostrasti / di mia riconoscenza accogli un saggio" ecc. Quale immenso giro egli faccia, e quante cose gli sieno mostrate fino alla cessazione del moto degli astri nel giorno dell'eternità, non potrebbe dirsi in poche parole. Non ho veduto ancora giornale, che annunzi questo lavoro, e che giudizio