Si dice che i vecchi diventano ciarlieri. Io lo ero più da giovane, Solo adesso ho piuttosto, secondo il trito proverbio, la cacaiuola alla penna, e mi compiaccio a schiccherare delle ciarlate in queste carte. Eccone un'altra nell'annessa meditazione filosofico-devota, la quale ha occupato me saviamente, se non interesserà gli altri, i quali s'incontrassero a leggerla. in seguito è verisimile, che ne stenda delle [...] nuove, giacché spogliato di studi di antiquaria, e di belle arti, nel poco tempo, che ho libero a mia disposizione, mi compiaccio della storia passata, e presente, e di meditare sopra molti oggetti, che mi si presentano avanti, compilando un corso de' miei pensieri.
Cartiglio
Meditazione filosofico-devota. Noi ci contristiamo di quello che soffrono i preti non giurati in Francia, e ci fa orrore per la crudeltà di quel governo contro costoro. È giusto il nostro dolore, e deve rivoltarcu, che l'irreligione sia tanto barbara, quanto l'idolatria. Ma... mi è permesso di alzar la voce fra tanti orrori, senza incorrere la taccia di giacobino, cioè di barbaro
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crudele
, di empio, d'insensato, di feroce ecc. ecc. ecc.? Se posso farlo dirò, che il fanatismo della libertà, non è minore di quello di un falso culto; dirò, che il [...] procedere della Convenzione, è tanto poco ragionato, quanto quello dei magistrati romani; dirò che io vorrei che la vede viva di questi sacerdoti fosse eguale a quella, che avevano nei primi secoli del cristianesimo i fedeli; dirò in fine, che non v'è troppa somiglianza dai sentimenti di questi, a quelli che spiegano
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molti di
essi. Dio vede il cuore loro, ed io non mi fo giudice in tanta disputa. Piango solo sopra tutti, medito in silenzio la loro sorte, mi prostro a venerare i secondi, e rilascio a' miei nipoti di rendere il debito culto ai primi. In tanto ripenso con [...]
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tremito
ai tanti strazi adoperati contro di essi, e vedo una metafisica di tormenti procedenti dall'uso dei paesi, dal carattere dei pretori, dalle circostanze ignote a noi, per le quali la decapitazione di cento infelici, e l'arrostitura di S. Lorenzo, potrebbe essere in regola, come il getto di duecento o trecento cristiani in una fossa di calce viva a Utica nelle persecuzioni di Valeriano. Egli è ora chi tutto questo intenda, e senta? Vi è chi da tante stragi si faccia un'idea giusta della natura dell'uomo? Vantiamo ragione, la vantavano pure i romani nel secondo e terzo secolo di Gesù Cristo, perché non erano imbarbariti. Non ostante... Oh! Patetica conseguenza di nostra [...]
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corruzione
. Sì: che l'uomo è sempre il medesimo nei freddi climi del polo, e negli ardenti della zona torrida, ove filosofia volle alzar cattedra, ed ove la semplicità della natura si caratterizza per selvatichezza. Sì, che l'uomo è l'istesso ove albergano le scienze, ed ove si professa la vita selvaggia. Figuriamoci tutt'i martiri che ha fatti soffrire a' nostri simili l'ambizione, la superstizione, l'ignoranza, l'orgoglio, il fanatismo, e riempiamoci di tetro orrore. Calcoliamo quelli, che sono morti per mano del carnefice, e quelli uccisi dalla natura, e decidiamo se questa fu più matrigna dei tiranni, del conquistatori, degl'inquisitori; ripensiamo alle cose dei secoli trascorsi in Europa, giacché dell'Asia, e dell'Affrica nulla di meglio si può dire, e raccolti in noi stessi concludiamo cosa vale l'esser nati, cosa giova il vantar ragione, cosa significa il piangere sopra i fatti presenti, quando tanti addietro delle nostre lagrime, dei nostri singulti, del nostro ribrezzo sono meritevoli ancor più?