"Fuoco di guerra è in ogni parte: armi, armi / grida il germano, il batavo, ed il belga. / Francia in altrui le volge, ed in se stessa, / e con unghia superba all'infelice / Pollonia squarcia il sen l'aquila russa: / né men rinchiuso è il mar, ch'angliche vele / coprono, o ibere, e su per l'onda tutta. / Il piratico vola ingordo abete / rompesi quella in cui si libra il mondo / politica bilancia; non mai sazia / fame d'or, e di lode sotto il vago / di patria carità volto mentito, / e le colpe de' popoli, e de' regi / empion di lutto il suol, d'infamia i tempi, / me di nobile sdegno. Altri nel seno / fraterno, amico il civil brando immerge, / altri luogo, e pietà muta ramingo, / questi la patria sua vende a straniero / cupido prende, e col suo sangue quegli / difenderla non sa; la Senna, il Reno, / cento fiumi minor trovan, tra i densi / morti corpi intoppando, la via a stento / d'ir sanguinosi al mar. Le fulminate / fuman cittadi, e il pianto, e l'ululato / di lontano eccheggiar s'ode al frequente / cupo rimbombo de' tonanti bronzi, / ond'è scossa Pirene e treman l'Alpi." Cavalier Ippolito Pindemonti, ne' Viaggi 1793 sul fine.