Alcune pie, e sane riflessioni sopra i martiri cristiani, che ho fatte, e che qui serbo non saranno uno squarcio indifferente delle mie opinioni sincere. Lascerò che le disprezzi il profano, e goderò dentro di me, di me medesimo che so sentire, spaziandomi in quei deliziosi sentimenti, che sovente quei pensieri m'inspirano.
Cartiglio
Pie, e sane riflessioni. Non si può essere indifferenti a leggere la storia dei martiri della primitiva Chiesa: che sia tutta falsa non può supporsi. Non credendo ad essa, perché si crederà a quella dei greci, e dei romani? Ancor che poi sia esagerata tanto resterà sempre da sorprendere ogni più sana mente. Dirà un allievo di Voltaire i cristiani morivano, doppo aver molto sofferto, per un'opinione. Lo sia, ma un'opinione che fece disprezzare la vita per dei secoli, nell'Europa, nell'Asia, e nell'Affrica, a poveri, a ricchi, a donzelle, a fanciulli, è un'opinione ben singolare, di cui non resta altro esempio negli annali del mondo. Le circostanze di molti martiri sono straordinarie, i dialoghi di molti credenti sono rimarchevoli, e le ragioni dei persecutori spesso moto frivole. In somma l'incredulo che ammira la costanza di Socrate, di Catone, di Orazio ecc. deve restar colpito da quella di cento, e cento vecchi messi alla tortura per la fede, di cui parlano gli atti sinceri, non ch'Eusebio, ed altri antichi, da quella di molte sante femmine, che più di Arria onorano il loro sesso. Oh! Mondano, che tanto ti diletti di storia profana volgiti alla sacra, e troverai dei grandi esempi di virtù, e di fortezza. E fra tante persecuzioni la scamparono Tertulliano, Origene, S. Gregorio Theumaturgo, S. Alessandro vescovo di Gerusalemme ecc. un [...]
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Dionisio
vescovo di [...]
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Alessandria
ecc. ecc. Questo è un punto che non comprendo, nel vedere essi mescolati con coloro, i quali erano condotti alla morte, e compresi nelle ricerche dei tiranni, e nel trovargli rimasti illesi. Forse non sappiamo vedere il vero treno delle persecuzioni comprenderne lo spirito, scoprirne la forma. Con tutto questo riman sempre inconcussi in faccia al più forte pirronismo lo spettacolo imponente, maraviglioso, sopraumano dei martiri di nostra fede, che col sangue la sigillarono per circa quattro secoli, con un apparato di costanza non mai più veduto né prima, né poi, fra tanti di diversa età, e carattere in un grado sì sublime professarsi con nobil gara. Senza essere entusiasti, senza godere di quei doni riservati alle anime più favorite la morte di S. Felicita doppo il parto, di S. Perpetua, e degli altri suo compagni, il canuto S. Policarpo, del Prete Pionio ecc. ecc. addiaccia il cuore di chiunque si sia compiaciuto a contemplare il valore eroico dei greci alle Termopile, degli Orazi, di Seneca, di Alessandro, di Carlo XII, di Federigo, considerando che questi combattevano, guardavano, disprezzavano i tormenti ai quali erano in faccia, costretti a confessare il coraggio dei primi essere stato molto al di sopra di quello dei secondi. Chi non ne voglia fare il paralello sarà ben disgraziatamente prevenuto contro la verità.
Censure al Tasso del Galileo. Sono comparse in Roma per la prima volta nelle settimane scorse in 4° le Considerazioni al Tasso di Galileo Galilei acefale
Glossa margine sinistro
di pagine 103
, distese da lui in Pisa nel 1590 quando era colà professore. Sono state trovate anni sono sepolte in una libreria di Roma, e sono per lo più sfavorevoli a quello per me, e per mille altri [...]
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sovrano
poeta. Col suo fuoco Galileo, e col suo ingegno critica, ed antepone spesso a lui l'Ariosto