mostruose, singolari, come senza quiete, e riposo mi tormenti le cose esterne gonfiando, i pericoli accrescendo, i dolori creando, e fra la folla delle pazzie umane portandone a me una buona dose per non distinguere la mia sorte. Ma se anche a Federigo di Prussia non faceva sempre una buona compagnia il suo spirito, come dice in una lettera diretta a lui, se lo tiranneggiava qualche volta, posso io del mio dolermi che mi ha servito meglio, che il proprio non servì ad Erasistrato, a Marco Antonio, a Domiziano, ed ad un esercito di altri gran scellerati, che martirizzarono in cento modi i loro