Settembre
Settembre 1760.
o Lunedì a dì 1° detto.
È un anno che ho cominciato a scrivere queste Efemeridi, e Dio volesse che fossero almeno dieci, perché non averei perduta la memoria di parecchi cose che averei piacere a ricordarmi. Se non altro averei un mezzo per riandare la mia vita, e per osservare di non averla passata in ozio, né come certi de' quali fu detto "che non fero altro mai fin dalle fasce / Ch'appuntellar co' polsi le ganasce". Sono naturalmente infingardo, ma nel medesimo tempo amo la fatica, perché apprendo il tedio per uno dei maggiori mali della vita, onde compassiono un ozioso più di uno tormentato da' dolori della gotta, o d'altro male. Si dirà che il tavolino è quasi un dolce ozio, ma in vero alcune volte soffre meno un assuefatto agricoltore ad arare il suo campo, che uno studioso a struggersi il cervello su' libri.
Ier mattina fui nella Segreteria Vecchia nel Palazzo Vecchio con il signor Carlo Bonsi archivista per ricercare le lettere del nostro