la materia a nostro gusto, e per assestare le idee a nostro capriccio dal volgerla prima a servire ai nostri bisogni, ed ai nostri piaceri, fino a comporre con le seconde un'immensità d'invenzioni strane, maravigliose figlie di riscaldata fantasia, che non ha termini. Infatti se molte sono le arti meccaniche, molti più sono i parti della nostra mente depositati nei nostri scritti. Chi dirà tutto quello che in questi si trova puramente d'invenzione? Eppure bisognerebbe ciò per dipingere la forza, e la fecondità del principio pensante ch'è nell'uomo. I soli romanzi sono un vasto campo, esclusi ancora quelli d'imitazione, e le copie. Non si saprà dunque cosa sia l'uomo senz'aver delineati filosoficamente tutti questi oggetti, e doppo averli delineati dovremo ammirarlo, e compiangerlo unicamente. Ecco il resultato di tanto lavoro.