di pensare gli fa onore. A p. 238 comincia la storia della sua prigionia nel 1652 ch'è curiosa, in cui si pose a comporre una Consolazione teologica nella quale provava che ogni carcerato doveva procurare di essere il "vinctus in Christo" di cui parla San Paolo. A p. 273 descrive la sua fuga doppo 18 mesi di carcere fra Vincennes, e Nantes; a p. 255 la caduta che fece col cavallo per cui si roppe la spalla sinistra che mai più gli guarì, e raccontando il suo viaggio per la Spagna, nel parlare del santuario di Nostra Signora del Pilar di Saragozza dice (p. 291) che gli fu mostrato dal decano, e da tutt'i canonici, un uomo che serviva alla chiesa per accender le lampane, il quale era stato sette anni alla porta ad accattare con una sola gamba, ed aveva riacquistata l'altra ungendosi con l'olio delle lampade, per il qual miracolo si celebrava ogni anno una gran festa; (p. 304) come fece il suo passaggio di Toscana, e fu ricevuto dal Granduca all'Ambrogiana cortesissimamente ricevendo in prestito 4.000 scudi, lodandosi della cortesia dei principi di questa famiglia, giustamente chiamata magnifica, perché alcuni in essa hanno portato questo titolo, e tutti lo hanno meritato; (p. 311) come il cardinal decano Carlo