mi giova mortificare gli altri quando le circostanze gli rende fintamente umili, o necessariamente sommessi. Ho l'anima troppo grande per avvilire fuor di tempo gli sciocchi, che piuttosto disprezzo, e fuggo, perché mi sono enormemente antipatici.
È curioso che presso gli antichi nel linguaggio fanciullesco "tata" significasse padre, mentre a noi spiega fratello, e "bua" bere, mentre noi lo intendiamo per male. È chiaro il testo di Nonio in voce "buas" Var. Cato vel de liberis educandis "cum cibum ac potionem buas ac papas docent, et matrem mammam, et patrem tatam".
Tempo mucido, e fosco per il più.
o A dì 27 detto sabato.
Si può egli dar piacere ai nostri cinque sensi nel tempo medesimo? Lo credo certo, ma lascerò, che altri lo immagini a suo modo, come l'ho immaginata al mio perché potrebbe essere che la mia soluzione fosse trovata strana, e troppo singolare.