o A dì 13 detto mercoledì.
Tempo nebbioso, ma bello.
Finalmente è venuta al pubblico la descrizione della Real Galleria data dall'abate Lanzi nel t. XLVII del Giornale Pisano, alla quale potrei fare delle note se volessi agire con minor riguardo di quello che m'insinua la mia maniera franca, onesta, disinteressata, lontana dall'impostura, e dal zenit del gesuitismo. Il buon frate si sbatte bene per far la corte al Granduca, per incensarlo, per lodarlo, e in un libercolo impiega troppe parole fuor di proposito. Loda me, ma loda più se stesso. Scambia in una nota p. 111 promettendo un mio opuscolo sopra la varietà delle gemme degli antichi scolpite, perché non ha intesa la mia idea, commette qualche sbaglio, spaccia delle opinioni contradittorie, fa il bello spirito, affetta l'erudito ecc. In una parola ha scritto più per vanità, e per proprio vantaggio, che per utile altrui. Egli viaggia in questo tempo, dice per istruirsi, ma piuttosto per farsi conoscere, e per qualche segreto fine più che per altro. Costui non è uomo che dica mai il suo interno.