è perduta. Non ho modo di entrare in dettagli ed un quadro di questo scritto non basterebbe a compendiare la vastità della materia, che si tratta in esso. Con delle annotazioni sotto il titolo di schiarimenti sviluppa Bailly i dettagli troppo spinosi, ma sa mantenersi sempre alla portata di tutti, cosa ch'è un merito riservato quasi ai francesi. La prima parte di questa storia è la più curiosa, la seconda la più istruttiva. Dovrò accennare un'altra opera, ch'è nata da questa, e che quantunque troppo ipotetica è non di meno interessante, e piacevole. Se noi avessimo la storia di tutte le scienze fatta come questa, averemmo spianata molto la strada delle medesime, e la nostra mente abbraccerebbe con più facilità molti oggetti, che paiono affatto separati, perché non può comprendergli, e farsegli suoi, come vorrebbe per natia curiosità. Il leggere Bailly mi ha risvegliati dei deliziosi moti nel cuore, che di rado si provano nella vita, e che fanno più sentire, che pensare: riprova che il grande mi scuote, e mi colpisce ancora.