dell'universo quest'opera mi porgerebbe grandi aiuti, e mi fornirebbe copiosi materiali. Le osservazioni, che l'uomo ha sapute fare nel cielo, e le scoperte che ne sono nate, sono la prova più certa di sua grandezza, e più nobile dell'uso delle sue facoltà. La sua mente non ebbe oggetti maggiori, né più difficili di quelli che cercò nel firmamento. Vi lesse la grandezza di Dio, si fece un'idea dello spazio, e del tempo, e volle indovinare le leggi della Creazione, e doppo gli sforzi reiterati di molti per 10 di secoli gli riuscì di scoprirle, o trovò sufficienti ragioni per lusingarsi di tanto. Nella contemplazione degli astri deve l'uomo confondersi, e insuperbirsi: confondersi nel considerare le tante maraviglie del Creatore, insuperbirsi nell'aver potuto ottenere di scoprirne in gran parte il mistero, e la legge imposta alla Natura. Desidererei che Bailly fosse stato qualche volta più esatto, e più copioso di notizie, ma sempre è grande, sempre pieno d'immagini, e di dottrine, onde nel buio dei secoli sa palesare la maestà degli sforzi della mente umana, e sa mostrare quanta parte della storia delle nazioni