È tal piacer che ogni contento eccede. / Altri cerchi poggiar dove s'innalza / Più la Fortuna, e corra / Per quelle vie che sono / Impresse da' malvagi. Il mio sostegno / Fia la sola virtù scorta all'ingegno".
In prima io che servo senza mercede, e che non sono virtuoso non sento quel piacere che dice il poeta. Secondariamente da queste parole parrebbe che Evandro non avesse avuta provvisione. In terzo luogo essendo generale, e confidente di un re, non aveva che desiderare. In fine questo discorso non ha punta connessione con la scena antecedente. Ho fatte queste burlevoli osservazioncelle per far vedere come la critica sa ritrovare il pel nell'uovo. Del resto la musica è del signor Giovanni Masi fiorentino, che al dire degl'intendenti spassionati si è fatt'onore.
o Sabato 19 detto.
Ho letto un Discorso, ovvero Dialogo sopra il nome della lingua volgare impresso in fine dell'Ercolano del Varchi, edizione di Firenze del 1730 in 4°, perché mi era stato supposto che fosse del famoso Niccolò Machiavello,