suo libro fosse più voluminoso per prolungarmi il piacere di leggerlo. Spero per altro di potere con egual soddisfazione ripassare le sue storie, perché sono tanto piene di cose che sempre alcuna ne scappa inosservata, e comparisce nuova in una seconda, e terza lettura.
ø Domenica a dì 13 detto.
Avendo letto la suddetta Storia del Parlamento d'Inghilterra mi è venuto desio di esaminare un poco attentamente l'origine di esso, e di quei che lo compongono, la sua respettiva potestà ecc., e ripensando a ciò ho conosciuto essere infinitamente incerta la sua più lontana antichità. Non si sa veramente se i re d'Inghilterra erano in antico dependenti dal corpo dei nobili, o di quei che rappresentavano la nazione, ovvero se gli convocavano per sentire i loro consigli. Per me non so concepire lo stato antico del governo di alcuni popoli, ma non credo che gli uomini si sieno voluti spogliare in favor di uno della libertà che originalmente hanno di disporre delle cose loro. Parrebbe che nel darsi nelle mani di un sovrano abbiano dovuto supporre di poter frenare la sua volontà, qual ora del suo potere si fosse voluto abusare. Ma questa è una materia di alta indagine che io non ho voglia di discutere, né di approfondire, perché è poco interessante, e di sola speculazione, essendo certo che noi dobbiamo ubbidire a' sovrani anche meno buoni.