ø Venerdì a dì 11 detto.
Leggo con orrore la suddetta Storia del Parlamento d'Inghilterra. Povera umanità! Non mai a bastanza si potrà ripetere questa esclamazione, quando si vorrà scorrere i fatti dell'Inghilterra. Io non stimo che vi sia contrada ove sieno state commesse scelleraggini tanto grandi, quanto in quest'isola, né nazione nella quale i suoi sovrani abbiano fatto un così tragico fine, come presso della medesima. Questa riflessione mi ha sempre ritenuto dal dichiararmi parziale per gl'inglesi, i quali per altro hanno una buona parte di merito in molte cose. La notizia del passato mi fa credere che i secoli futuri vedranno rinnovate le tragedie che già vi furono rappresentate, finché non verrà un genio superiore che sappia incatenare l'orgoglio di un popolo che non ha altro Dio che la voce libertà. Per altro io prevedo che molti prima di costui pagheranno il fio di aver voluto tentare una così difficile impresa, e che i buoni dovranno molto piangere i loro disastri. Questa mia predizione è fondata sopra molte mie riflessioni che credo giuste. Ma la Provvidenza, che ha in mano il destino de' regni, può aver disposto altrimenti.