nel III secolo, e un passo di San Girolamo citato nel primo tomo degli Atti dell'Accademia delle Iscrizioni di Parigi comprova il medesimo costume per il secolo V. La quinta riguarda le pitture antiche di Ercolano, e vi si dice che quella della nascita di Telefo
non lascia scorgere punto lo stile greco, e che anni addietro v'era a Roma un pittor veneziano Quercia che contrafaceva le antiche pitture che forse è lo stesso che un certo Guerra, fra le imposture del quale deve collocarsi la pittura dell'"Epaminonda portato ferito dalla battaglia" che sta nel museo kircheriano con altro fregiato di carattere strano e che produsse il padre Antonio Ambrogi nel t. III del suo Virgilio lib. X dell'Eneide v. 505 per adombrare in parte Pallante portato da' soldati al sepolcro, e forse tre altre cioè un "Sacrifizio pastorale" (lib. I delle Georgiche t. I p. 27 della prefazione), l'"Incendio di Troia" (lib. II dell'Eneide) ed "Elena nascosta dietro la statua di Minerva" (ivi v. 574) ecc. Il padre Contucci gesuita diceva che tali pitture erano venute di Palmira. Le pitture di Ercolano sono state inverniciate cosa che fa correre loro il rischio che si perdano. La sesta tratta similmente delle medesime pitture ercolanensi; la settima delle sculture di bronzo che sono mediocri, o cattive; l'ottava delle statue di marmo tutte mediocri, e la nona di altre antichità di rilievo. Quivi si dubita che tutt'i vasi di terracotta dipinti sieno etruschi, benché il Passeri, ed altri non abbia avuto