o A dì 26 detto giovedì. Berlingaccio.
Viaggi di Gulliver. Non so se ho mai scritto qui che il primo libro che mi ha aperta la mente nella mia gioventù furono i Viaggi di Gulliver del celebre dottor Swift. Imparai in essi a veder gli oggetti in diverse prospettive, la qual cosa ne scopre il debole; mi avvezzai a perdere la prevenzione troppo favorevole per le opinioni comuni; conobbi che l'orgoglio umano, base di molti difetti, ha un fondamento rovinoso. Ho fatto leggere ad altri questo libro, ma non mi pare che abbia prodotti i medesimi effetti. Forse costoro non avevano le medesime disposizioni, che avevo io, a cui cadde nelle mani questo romanzo, quando non ero più ragazzo, e quando avevo già fatte delle riflessioni.
Ho pranzato da Carlo Ippoliti con una compagnia a me cognita, ma non la solita, che frequento.
Tempo coperto, e molto rigido, onde non vi è stata folla di maschere sotto gli Ufizi, ma il corso è riuscito pieno, arrivando le carrozze in via della Scala. Rispetto al festino non l'ho goduto, essendomi contentato di passar la veglia con una partita di minchiate: divertimento da vecchi, e da uomini già sazi del mondo.