Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume V (1777)

Volume Quinto » Diario » S 5 » [Dal 23 Settembre] » p. 843v

A dì 27 detto sabato. ø

Tempo bello specialmente nel giorno.

Le meditazioni che faccio su questo mondo mi convincono della sciocchezza degli atei. Come tutto quello ch'esiste è una lanterna magica. Ma io non mi voglio mettere a gridare con costoro, doppo che tanti hanno alzate le strida, senza che sieno essi restati persuasi. Gli considero come i dementi dello spedale dai quali ha preso l'esilio la ragione. Resto solo stupefatto a ripensare quante immaginazioni sono state create intorno alla divinità, all'origine delle cose, al culto ecc. Mi rivolto all'Oriente, e vi trovo religioni, e opinioni che non somigliano quelle dell'Occidente. Risalgo all'antichità, e vi vedo l'idolatria, la religione più sciocca, aver trionfato fra i popoli più culti. La ragione non m'illumina abbastanza, la rivelazione ha infiniti contradittori. Dunque, prescindendo dall'esser nato per fortuna in seno alla Chiesa, non potrò sapere né il vero, né il più probabile, ed osservando l'universo sarò condotto a venerare a mio modo l'Autore, ma nulla saprò di più se non mi lascio in braccio a certi uomini che si compiacciono a dommatizzare, e pongono il loro interesse a far credere di sapere quello che io, né gli altri possono arrivare a sapere. Ma vado contro voglia sdrucciolando