A dì 25 detto venerdì. ø
Avevo promesso altre volte di raccogliere le notizie della casa Bencivenni della quale posseggo le reliquie, ma non l'ho mai fatto per le nuove sopravenute mie occupazioni, e per la confusione in cui sono restate le mie scritture in congiuntura del mio impensato sgombero, e non so se mai, o quando sarò in stato di eseguire questo mio vano pensiero. Parrà strano che un uomo come me si sia presa poca cura delle carte della sua famiglia, ma convien sapere che i miei le lasciarono ordinate in una stanza assegnata loro nella mia casa, che mio fratello le messe sottosopra, che io quando entrai in detta casa dovetti lasciar la stanza ai pigionali e ritirarle altrove, che poi per il nuovo impiego mi toccò a sloggiare e portarle meco in un quartiere privo di certi comodi, ove restano, non avendo possibilità di spendere nell'opera di alcuno che me le riordini e me le riveda estraendone un indice, né tempo, e forse pazienza di far questo da me medesimo. Per il futuro poi non so di quello che mi potrà venire in idea.
Tempo un poco turbato, e dominato dal vento.