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[Dal 20 Luglio]
A dì 20 detto domenica. ø
Tempo non affatto chiaro.
Mio pensiero per una Lezione sopra un'economia dei piaceri. Io doverei fare una lezione alla Crusca, e fra i soggetti che mi si presentano, averei quello di parlare dell'economia dei piaceri. Ma siccome temo di comparire epicureo, e siccome per trattar la materia degnamente mi bisognerebbe un stile ameno, ed animato che non mi è facile, così non so ancora quello che risolverò.
Vero è che il tema è suscettibile di ottime cose, ch'è vasto, piacevole, e degno di esser trattato da una buona penna. L'economia dei piaceri consiste nello scansarne l'abuso, e nell'assaporare con riflessione quelli che sono leciti, giacché gl'illeciti o passano al rango di viziosi, o sono sempre funesti. Ecco la distribuzione del quadro che senza indecenza potrebbe presentarsi in qualunque assemblea. Fra i piaceri non distinguo quelli del corpo da quelli dell'immaginazione. So che i primi sono per tutti, non già i secondi, ma siccome vorrei insegnare l'uso dei piaceri, così crederei di non avere a indirizzarmi a delle anime ebeti, onde dovrei supporre i miei uditori capaci di godere degli uni, e degli altri, e così dovrei trattare indistintamente di essi senza separazione.