Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume V (1777)

Volume Quinto » Diario » N 5 » [Dal 9 Giugno] » p. 806v

A dì 26 detto giovedì.

Tempo bello, ma fresco.

Tragedie del conte Angiolo Delci. Stampandosi la sopramentovata tragedia del conte Angiolo Delci, ve ne ha unita un'altra, intitolata Manlio Torquato, che pone in azione la costanza di questo romano, il quale volle che morisse il proprio figlio per aver disubbidito alla legge imposta di non combattere. Nell'aver lette ambedue queste tragedie per la revisione, ho trovata la seconda più languida, e sparsa di discorsi poco adattati ai personaggi ai quali gli mette in bocca. La prima si sostiene anche nella lettura, benché abbia delle scene superflue, ed i versi terminino troppo spesso col sentimento, cosa che rende lo stile meno sublime, e qual si conviene alla tragedia. Vi è poi una lettera in forma di prefazione che ha troppo del giovenile, quantunque sia scritta correttamente e con facilità. Per altro mi confermo nell'opinione che se questo giovane seguita a studiare, ed a comporre possa farsi molto onore. Egli ha gran facilità di verso, ha dei sentimenti, ama il semplice nei soggetti, sicch'è nella buona strada, cosa maravigliosa in uno di anni 23 o 24, nato signore, ed educato alla nobile, il quale pareva che fosse quali sono gli altri suoi eguali.