scorso ottenne in Roma la privativa di fabbricare, e vendere simili pietre, ed un cemento per unirle stabilmente, come vedesi da un editto del Cardinale camarlingo del dì 2 aprile 1776 che mi ha dato, ma mi ha detto essere stato perseguitato, e invidiato, onde trovarsi astretto a cercare altrove la sua fortuna doppo aver dati dei saggi al Pontefice della sua invenzione. Quanto sia utile è facile il concepirlo, perché con essa a poca spesa si possono aver pietre in tanti paesi, ove mancano, e ovunque statue, gruppi, cammini, colonne, tavole ecc. di quella qualità che si desiderano, potendosi lavorare la pasta o con lo stecco, o con le forme. Mi ha detto ancora ch'egli crede che molte opere antiche di marmi supposti egiziani, che vedonsi in Roma, sieno composizioni simili alla sua. Costui vuole tentare se Sua Altezza Reale gradisse di servirsi della sua opera, ma ha molta fretta, onde io mi sono limitato a instradarlo, acciò domattina possa presentarsi a udienza, mentre non amo di mescolarmi troppo con i progettisti, e non ho molta fede alla persona che mi ha mandato costui. Assicurata la riuscita della sua invenzione, comprerei il segreto, e poi lo lascerei proseguire il suo viaggio. Vedremo.