Ne' miei magazzini notai già chi era creduto il vero autore di questo famoso libro. Il suo pregio è di descrivere, e ripetere cento volte le medesime oscenità con frasi sempre diverse, delicate, ed eleganti, e spiegare in questa materia tutto quello che si può desiderare. Sebbene vi ho scoperte, come dirò fra poco, delle mancanze. Egli è a foggia di dialogo fra Tullia, e Ottavia, ed è diviso in sette colloqui. Il titolo di ciascuno è:
I. Velitatio.
II. Tribadicon.
III. Fabrica.
IV. Duellum.
V. Libidines.
VI. Veneres.
VII. Fescennini, ma questo è seminato di lagune. Io non devo trattenermi ad accennare il contenuto di ogni colloquio, non importando che si sappia chiunque, e forse troppi essendo quelli i quali hanno fatta questa lettura. Vero è per altro che o sia difetto di dette lagune, o dimenticanza, non mi pare di avervi trovato che vi si parli dell'uso venereo nei bagni che alcuni trovano dolcissimo, dei piaceri che possono dare, e ricevere i castrati, della diversità che trovano le femmine nei circoncisi, della pratica loro di alcuni strumenti di vetro, o cristallo semplici, o ripieni di acqua calda per supplire alla mancanza dei maschi, o per farne