Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume V (1777)

Volume Quinto » Diario » E 5 » [Dal 3 Febbraio] » p. 748

aborro, vi detesto qualunque abito, religione, dignità, nascita, titolo abbiate. Non so se fosse vero, ma nei giorni passati una nostra gazzetta raccontava che il re di Svezia aveva perdonato, anzi aveva fatto suo bibliotecario un poeta che contra di lui aveva pubblicata una satira, e ciò in una maniera molto nobile, e nello stesso tempo diceva essere stato condannato in Roma alla forca un abate Ricci di Monte Pulciano con un altro scoperto reo delle satire uscite per la passata incoronazione di Corilla, e che per grazia gli era stata permutata nella galera perpetua

senza speranza, e se il primo tratto fosse vero non vi potrebbe essere contrasto più singolare. Il capo della Chiesa cattolica punisce, e un re laico, e acatolico perdona, anzi premia! Dunque cosa siamo? Dunque il nostro cuore non è quasi mai penetrato, e convinto delle massime che spacciamo, o sappiamo adattarle ai nostri errori, pregiudizi, passioni? Così è: ancor io posso sentire, e ritrovare in me quello che aborro, e condanno negli altri, onde è meglio che chiuda questo tema sospirando, e chiedendo aiuto dal Re dei lumi.