A dì 24 detto martedì. ø
Tempo vario, umido, e nebbioso.
Iscrizione satirica contro il marchese Tanucci. Ho veduta un'infame iscrizione contro il marchese Bernardo Tanucci perché caduto. Egli ha molti nemici: io non so essere in questo numero. Un uomo che di maestro di grammatica a Stia, sua patria, in Casentino, è arrivato ad essere per molti anni primo ministro di un regno non deve credersi uno stolido. È uscito dal suo posto senza delitti, ha servito bene il suo principe, non ha aggravati i sudditi, ha abbassato l'orgoglio, e la potenza dei baroni... e tutto questo non gli è un merito? Aveva dei difetti, era ignorante delle scoperte moderne, ha perseguitato i Gesuiti aspramente, ha spesso mortificato Roma. E chi è quello che non sia uomo quando va a sedere sul candelabro, e si fa spettacolo altrui? Gli angioli non scendono nel mondo a comandare. Tutt'i grand'uomini contano dei nemici e la storia doppo qualche secolo fa dimenticare i mali leggieri, e conserva la memoria dei gran beni. Era cosa onorevole per noi avere un tal uomo in Napoli. I toscani sono fuori di patria in più stima che in patria.