A dì 10 detto sabato. ø
Conte di Caylus, suo sepolcro. È un gran che! Per fare delle cose buone ci vuole una dose di fanatismo. Bisogna che l'immaginazione si riscaldi, s'infiammi, si elettrizzi, e non vedendo più altri oggetti che quelli che ha davanti agli occhi, sogni sempre la cosa stessa, la persuada agli altri, e l'incalzi. Una prova curiosa di questo fanatismo mi pare di vederla nel nominato conte di Caylus (morto il dì 5 settembre 1765), il quale scelse per urna cineraria un sepolcro di porfido trovato a Roma molti anni sono e serbato in casa Verospi e che monsieur Bouret comprò, e trasportò a Parigi. La figura di questo monumento è nel t. VII della sua Raccolta di antichità, tavola 66, ed è illustrata alla p. 234 e seg. Veramente un antiquario del carattere di Caylus non doveva aver riposo che in un'urna fatta dalle mani degli antichi. Ma un filosofo guarderà questo capriccio come una curiosa stravaganza, la quale però spiega senza più il carattere del soggetto in testa al quale è caduta, e questo tal carattere ci voleva per avere chi formasse un corpo curioso di antichi avanzi, carattere delineato bene dal segretario dell'Accademia delle