che nella mia eredità saranno valutati quattro quinti meno di quello che mi costerebbero, e che la copia dei libri è come quella di tutte le altre cose della vita, inutile, superflua, incompleta, insaziabile, incomoda in certe circostanze, ridicola, pesante, assorbitrice di altri bisogni, e di altri doveri, biasimevole al giudizio dei più ecc. onde strettamente mi limito ne' miei acquisti, ed averei volontà di disfarmi di alcuni libri che in passato provveddi senza criterio, e senza scelta. Forse a questi dovrei sostituirne dei migliori almeno per l'edizioni, e spero che possa venire un tempo che lo faccia, ma di presente mi contento di non dimenticare quelli di storia toscana, e per il resto di non fornirmi di opere senza ben conoscerle, e senza assicurarmi che abbiano qualche diretta connessione con i miei disegni, e con i miei attuali gusti.