Francesco di Paola a lira e soldo, ed ho goduta la campagna con infinito diletto doppo tanti mesi di orrido inverno, e di sofferto confine nella nostra nebbiosa città.
Ieri mattina il dottor Saverio Manetti, nell'Accademia della Crusca, ove dicesi l'"Armato", lesse un suo discorso recitato già all'Accademia dei Georgofili, ov'è segretario, sopra il citiso di Virgilio, ch'egli crede essere un arbusto che alligna nel Regno di Napoli, e fino dentro la città, e che ancora non ha trovato appresso di noi.
Ho terminata di leggere la Callipedia che di sopra accennai, p. 6, e l'ho trovata sparsa di cattivissima fisica, ma scritta con eleganza, e facilità.
Si scorgono i versi che non piacquero al Mazarino, e specialmente dovette credersi preso di mira p. 50, v. 21 e seg., e p. 56 ed ultima, v. 8 e seg. Il quarto libro è il migliore, ove doppo aver consigliato ai giovani il viaggiare dipinge il carattere delle nazioni le quali troverà per via. Di noi altri italiani dice: "Sic ubi transmissis invises alpibus almam / Italiam, gemino pelagi munimine tutam: / Hic rerum quondam dominam, latoque potentem / Imperio, nunc imbellem et sine robore Romam / Invenies, sola se religione tuentem. /