Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume I (1759)

I » Memoria della vita al 29 agosto 1759 » Terza sezione » p. 99

alle volte tenuti di fare quei del mio rango.

Sopra tutte le cose ho stimato, e stimo la mia libertà, e ringrazio mille volte il cielo di avermi conservato fino a quest'età, senza contrarre alcuno di quei legami che si stringono per sempre.

Se da ragazzo fossi stato messo in un monastero sarei a quest'ora religioso. Ma sarei contento del mio stato? Chi me lo saprebbe dire?

Per pochi momenti, per dir così, ebbi in animo di sposare una tale che stimavo che potesse col suo supplire alla scarsezza delle mie rendite, ma sono molto contento di non aver fatto quel passo che avevo la tentazione di fare, se le mie istanze fossero state attese favorevolmente. Che farò in seguito? È difficile che io lo sappia. Per ora non desidero di essere in grado di ammogliarmi, e ciò perché temo più di non inciampare in tutti quelli scogli, nei quali inciampa la maggior parte di quelli della mia nascita, i quali con i costumi di oggi giorno si accasano, che di non sapere per la mia parte viver bene con una moglie onesta, discreta, amorosa.

Ecco che alla fine ho scritto tanto di me, ch'è forse troppo. So che il signor de la Bruyère dice ne' suoi Caratteri che l'uomo vano trova il suo conto a parlar di sé o bene, o male,

e che l'uomo modesto