Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume I (1759)

I » Memoria della vita al 29 agosto 1759 » Terza sezione » p. 97

un mancare di sofferenza, o un aver troppo amor proprio.

La mia vita quotidiana è stata, ed è molto uniforme. Siccome non mi è stato possibile avvezzarmi ad una levata sollecita, così la mattina subito escito dal letto vado a compire alle mie incumbenze.

Doppo pranzo s'è di estate dormo un poco, s'è d'inverno mi pongo tosto al mio tavolino fin che, o un qualche imbarazzo, o una convenienza non mi costringe a uscire di casa. La sera non ho mai saputo occuparla tutta a studiare, ma bensì doppo la conversazione, almeno per un paro di ore sto ad applicare, e questo è il tempo

nel quale, che che altri dica, mi trovo in quiete tale da attendere a qualunque studio con profitto.

Non ho mai frequentate le numerose conversazioni, ma sempre ho procurato di aver qualche luogo privato, ove in compagnia di pochi passar possa le ore della sera.

Ne' gran caldi amo di star fuori la notte a godere il tepore dell'aria, perché fin qui ho più sofferto in questa stagione, che nell'inverno. Dal freddo mi posso riparare, ma non dal caldo, che assai m'indebolisce non tanto la macchina quanto lo spirito.

Per piacere non soglio quasi mai passeggiare, ma solamente amo di andare a piedi a far gite lunghe in campagna con qualche amico di ultima confidenza,