mai tralasciato di aggiungervi le notizie che di mano in mano doppo averlo abbozzato, ho incontrate.
Nel 1750 essendomi dato a leggere il sopracitato libro dell'Eloquenza italiana di monsignor Fontanini mi occorse di osservarvi alcuni degli errori che altri vi hanno rilevati, e particolarmente le infinite mancanze commesse da lui nella biblioteca annessavi, o sia nel suo catalogo dei libri italiani più stimabili. Queste cose adunque da principio mi posi a segnarle in margine, e crescendo poi la materia in piccole cartuccie scrissi a' suoi luoghi quello che potevo conoscere che sarebbe servito per migliorare questa illustre fatica. Mi provveddi ancora dei libri che contro di essa erano stati fatti, e già pensavo di prepararne una nuova più compita edizione quando, essendomi per un poco di tempo astenuto dal lavorare sopra di ciò, riseppi che non sarebbero tardate molto in Venezia a venire alla luce le correzioni che in molti anni vi aveva fatte l'Apostolo Zeno, e che l'Argelati in Milano era occupato a formare un'esatta biblioteca dei traduttori italiani. Queste notizie mi fecero sospendere il mio disegno, ed in fatti