vero, e perfetto giurisprudente.
Ma ritornando al filo del mio ragionare, io confesso che averei amato di poter studiare per mio piacere quello che avessi voluto, piuttosto che applicare, per così dire, per mestiero, perché il contento che ho sempre provato nell'apprendere ciò che instruisce lo spirito è stato in me superiore a qualunque altro diletto che abbia sentito in tutta la mia vita. Ed in fatti non ho mai così bene passati i miei giorni, che quando sono stato fra' miei libri nel mezzo del silenzio della notte o scrivendo, o leggendo, o meditando a mio piacimento sopra soggetti che interessavano la mia curiosità, o appagavano la brama di divenire migliore.
È vero che coltivo molto gli studi di curiosità, e che l'antiquaria, la storia letteraria, e quella della mia patria sono quasi le mie delizie, ma pure questi studi non arrivano mai a dilettarmi tanto, quanto la lettura dello Spirito delle leggi, dei Pensieri di Pascal, del Saggio sopra l'uomo di Pope, dei Caratteri de la Bruyère, delle Massime del duca de la Rochefaucault, dei Dialoghi dei morti di Fontenelle e di altri libri di questo genere.
Dissi che l'antiquaria è uno studio mio favorito, perché veramente mi rivolsi ben presto, tosto che