le Decretali, ma questo lavoro è più imperfetto dell'altro, a cui con più calore applicai di proposito.
Tutto questo mio discorso non tende punto a mostrare un disprezzo per i giurisperiti, ma a sfogare la mia bile contro la barbarie di tanti, che ad onta della loro ignoranza servono nella Pratica per decidere del giusto. I Bartoli, i Baldi, gli Angeli ebbero infinito talento, ed usarono una somma applicazione ne' loro studi, ma come potevano spiegarci quelle cose che non intendevano? Se non ostante questa mia declamazione arriverà mai agli occhi di un legista, sarò dichiarato uno stolto. Lo so; ma pure non ho mai pensato come gli altri vogliono, ma come mi detta la ragione, e se taccio in presenza di quelli che potrebbero procurami del male, lo fo per prudenza, e per non lasciare all'altrui indiscretezza la presa per nuocermi pel solo motivo che non so pensare come loro. Conosco qualcuno in Firenze che merita in questa professione ogni elogio, e che possiede tutti quei talenti che sono necessari per costituire un