ø Mercoledì a dì 9 detto.
Tempo vario, m'assai ragionevole nel giorno.
Dissi essere in poco buona situazione, ma non può esser questo un mio timore, una delle solite scontentezze del cuore umano? Non può essere che in paragone di mille altri sia felice,
che il germe della mia infelicità sia nel mio interno, che abbia torto ad incolpare il destino ecc.? Si scrive secondo che si pensa, non secondo che si deve, e quando il cuore è in tumulto non si può giudicare sanamente. Sarò infelice perché tutti gli uomini lo sono, lo sarò meno degli altri, ed io più di chiunque vi coopererò.ø Giovedì a dì 10 detto.
Tempo turbato con minuta pioggia nella mattina.
Non si può comprendere l'imbarazzo ch'è a comandare, equilibrando certamente il piacere che ne prova l'ambizione soddisfatta. Potrebbe farsi una lunghissima enumerazione delle pene che soffre un ministro, ma inutilmente, perché sempre vi sarà chi cercherà