È comparso qui alle stampe il primo canto dell'Iliade di Omero tradotta in ottava rima dall'abate Giovanni del Turco con un discorso preliminare. Questo giovane dotato di molto ingegno, il qual è figliuolo di un cerusico, ed attualmente custode, o sottobibliotecario della libreria dell'Università di Pisa, ha intrapreso un lavoro lungo, e penoso. Io non voglio biasimarlo, ma dubito che non condurrà al termine la sua fatica.
E se non la conduce gioverà alla sua gloria, provvederà al piacere degli altri? Nella prima ottava trovo "infr'all'acaica gente" e "...sì Giove empiea sua mente" per "adempiva il suo volere". Nella sesta ottava "la vecchiezza prona". Nella settima "il mar vario sonante" ecc. Questi nei mi opprimono lo spirito, e mi duole che io non possa augurare applauso al poeta, il quale pure averebbe talento