Tempo assai bello, ma crudo.
o A dì 18 detto giovedì.
L'Ariosto in un capitolo in lode di Firenze (nell'edizione di Venezia per il Remondini 1753 in 12° e nel t. IV il cap. XVI p. 206) scrive:
"A veder pien di tante ville i colli / Par che il terren ve le germogli, come / Vermene germogliar suole, e rampolli. / Se dentro un mur, sotto un medesmo nome / Fosser raccolti i tuoi palazzi sparsi / Non ti sarian da pareggiar due Rome".
Il fu proposto Gori nelle Annotazioni alle Satire del Soldani (Sat. VII p. 201) dice che vi era chi gli aveva asserito che nel giro di 15 miglia intorno alla città vi fossero da quarantamila ville, e Arrigo Pflaumero nel suo Mercurio italico scritto in latino (edizione di Lione 1628 p. 130) nota che nelle sole pendici vicino a Firenze, che si vedono nell'uscire fuori, di tre sole porte se ne contavano allora 1600. Non vi è